Cavaglia’: “Avviato il coordinamento tra Consiglio Nazionale Geologi ed Ordini delle Marche, Umbria, Abruzzo e Molise. Il nostro intervento, consiste nella verifica di una eventuale permanenza del rischio indotto dal sisma, ovvero il rischio residuo connesso principalmente a frane, fratturazioni superficiali ed eventuali altri effetti indotti dal terremoto e dalle scosse successive”.
“Iniziato il coordinamento tra il Consiglio Nazionale e gli Ordini Regionali delle Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo e Molise, per verificare la disponibilità immediata di intervento da parte dei geologi più vicini all’area epicentrale e professionalmente preparati ad operare in emergenza sismica, qualora pervenisse una richiesta di attivazione”. Lo ha dichiarato Adriana Cavaglia’ Coordinatrice della Commissione Protezione Civile del Consiglio Nazionale dei Geologi.
“I geologi esprimono pieno cordoglio alle famiglie, alle popolazioni drammaticamente colpite – ha proseguito Cavaglia’ – e sono pronti ad intervenire a supporto della Protezione Civile e delle Strutture regionali, per offrire il proprio contributo in attività tecniche nei luoghi colpiti dal sisma che ha interessato l’Appennino Centrale.
Nel giro di poche ore, il numero di geologi ha superato le 60 unità.
Il nostro intervento, consiste nella verifica di una eventuale permanenza del rischio indotto dal sisma, ovvero il rischio residuo connesso principalmente a frane, fratturazioni superficiali ed eventuali altri effetti indotti dal terremoto e dalle scosse successive.
Oltre alle Regioni direttamente interessate dal sisma, c’è stata una grande solidarietà da parte dei geologi che sono pronti ad intervenire, qualora venisse richiesto il loro contributo, da qualsiasi parte d’Italia”.
“Noi geologi da anni diciamo che in Italia siamo ben lontani da una cultura di prevenzione. Innanzitutto sarebbe necessaria una normativa più confacente alla situazione del territorio italiano. Noi – ha dichiarato Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale Geologi – proponiamo un fascicolo del fabbricato con una classificazione sismica degli edifici. Fondamentale anche un piano del Governo per mettere in sicurezza tutti gli edifici pubblici.
“Perché cresca la coscienza civica dei cittadini nell’ambito della prevenzione sismica bisognerebbe cominciare a fare anche una seria opera di educazione scolastica – ha concluso il Presidente – che renda la popolazione piu’ cosciente dei rischi che pervadono il territorio che abitano. Non dimentichiamo che, secondo alcuni studi, una percentuale tra il 20 e il 50% dei decessi, in questi casi, è causata da comportamenti sbagliati dei cittadini durante l’evento sismico”.
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