In Italia le catastrofi naturali ci costano lo 0,2% del PIL annuo e fanno lievitare il debito pubblico. Aiutiamo l’economia a ripartire attraverso il territorio.
“In Sardegna sono 280 i Kmq di territorio che presentano superfici a pericolosità di inondazione, a tali valori vanno aggiunte le superfici indicate dal Piano Stralcio delle Fasce Fluviali. Ben 1523 i fenomeni franosi censiti ricadenti in aree perimetrate a pericolosità di franamento che coprono una superficie complessiva di circa 1471 Kmq, pari a circa il 10% del territorio sardo, dato peraltro non comprensivo del rilievo di alcuni settori non censiti, quali le aree militari, le aree minerarie dismesse del Parco Geominerario e numerosi tratti di fasce costiere”. Lo ha affermato oggi, Davide Boneddu, Presidente Ordine Geologi della Sardegna. Dalle dichiarazioni di Boneddu emerge un quadro chiaro dello stato del territorio. “In Sardegna, sono 337 i ponti stradali che in caso di eventi meteorologici intensi potrebbero essere causa di inondazioni – ha affermato Boneddu – 15 i ponti ferroviari, mentre 128 sono le aree urbanizzate che interessano le aree di pertinenza fluviale, 44 strutture fognarie sono insufficienti, 31 opere di difesa del suolo non sono più efficienti e 198 sono i punti di alvei o fiumi che necessitano di manutenzione. Questi sono dati che già abbiamo perché contenuti nel Piano di Assetto Idrogeologico (PAI); per la messa in sicurezza del territorio e la sua ricostruzione occorre tenerli ben chiari e implementarli con quelli contenuti, nel Piano Stralcio delle Fasce Fluviali, nell’Inventario dei Fenomeni Franosi” e dai dati derivanti da attività di approfondimento, ricerca e presidio del territorio che ci auspichiamo vengano messe in campo in tutti i settori maggiormente vulnerabili della nostra isola”.
Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, nel ricordare che le catastrofi naturali ci costano lo 0,2 % del PIL annuo, con una media di circa 3,5 MLD di Euro, commenta positivamente la proposta di legge nazionale per l’istituzione della figura tecnica del geologo di zona nei Comuni italiani, che verrà illustrata alla stampa in conferenza Mercoledì 27 alle ore 14 e 30 presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati. “Non possiamo continuare a piangere morti, ben 762 per inondazioni e 5.368 per frane negli ultimi 52 anni – ha concluso Graziano – né possiamo continuare a far aumentare il debito pubblico, senza mai cercare una soluzione. Il geologo nella pubblica amministrazione costituirebbe una figura strategica nelle attività di pianificazione e di programmazione degli interventi e nei processi condivisi di progettazione. Una figura strategica per una reale prevenzione, in un Paese dove si muore anche per un temporale. Investire in questa direzione contribuisce a mitigare il rischio ed aiuta ad uscire dalla crisi”.
Il Comunicato stampa in formato pdf