In Italia sono 6.153.860 gli abitanti esposti alle alluvioni. Il probabile aumento delle temperature potrebbe portare in Europa a inondazioni più frequenti ed intense. Ma quello che sta accadendo non è solo per colpa dei cambiamenti climatici. A fine agosto noi geologi avevamo già detto dei rischi e della fragilità del territorio.
“Qualora non fossero ancora chiari i termini del dissesto idrogeologico i geologi hanno il dovere morale di non abbassare la guardia, ricordando al Paese che la popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta a 987.650 abitanti, mentre quella esposta alle alluvioni raggiunge 6.153.860, come evidenzia ancora l’Annuario ISPRA. Anche se le proiezioni quantitative per la frequenza e l’intensità delle inondazioni sono ancora incerte, l’Agenzia europea sostiene che sia probabile che l’aumento delle temperature in Europa porterà a inondazioni più frequenti e intense in molte regioni, a causa del previsto aumento dell’intensità e della frequenza di eventi meteorologici estremi”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi.
“Ma non è solo colpa dei cambiamenti climatici – ha proseguito Graziano – perché ad esempio l’urbanizzazione sfrenata, ha eroso dal 1985 ad oggi ben 160 km di litorale. I numeri recentemente pubblicati nell’Annuario dei Dati ambientali 2012 dell’ISPRA parlano chiaro: se in Italia per oltre 50 anni si sono consumati in media 7 mq al secondo di suolo, oggi se ne consumano addirittura 8 mq al secondo. Significa che ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del comune di Napoli e ogni anno una pari alla somma di quelle dei comuni di Milano e di Firenze. Per non parlare degli incendi, il 72% dei quali risulta essere di natura dolosa, il 14% di natura colposa e il restante 14% di natura dubbia. Da tempo i geologi chiedono l’istituzione di una commissione che possa affrontare tali problematiche così come fece la Commissione De Marchi”.
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